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Su mortu mortu ( beata infanzia # 2 )




Bambini agghindati da fantasmini in Sardegna, primi del '900 [ 1 ].


Una delle critiche che spesso vengono mosse nei confronti di Halloween afferma che si tratterebbe di una "festa americana, lontana dalla nostra cultura" e che quindi non va festeggiata perché non è roba nostra, un po' come il Thanksgiving statunitense o il Diwali indiano.

Naturalmente non è affatto così, anzi! Halloween in Italia c'è sempre stata, solo che ce ne siamo dimenticati in seguito ad alcuni fatti storico-sociali.

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E così arriviamo ai primi decenni del '900, quando in molte parti d'Italia i festeggiamenti a cavallo tra il 31 ottobre e il 2 novembre ricalcavano ancora fedelmente gli antichi usi pagani: zucche intagliate, bambini travestiti che andavano a chiedere i dolcetti porta a porta, le anime dei morti che portavano doni ai più piccini e via dicendo. Insomma non era cambiato nulla.

Le vere origini di Halloween

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Beata infanzia # 2
 

La discussione sulla beata infanzia nella quale vivono gli “italiani” è capitata proprio a ridosso di un evento sintomatico della condizione di bambini stupidi : la carnevalata di cattivo gusto detta “Halloween” ed importata a 0039 a partire dagli anni '80, ennesimo passo del reset e colonizzazione culturale eseguita dal vassallo USA nella penisola.
E c'è chi, filo-americano convinto per credo e/o mestiere, sostiene la liceità dell'import di tale fenomeno con l'argomentazione delle antiche origini celtiche ( il Samhain ) e latine ( la festa dedicata alla dea Pomona, i Parentalia ) della ricorrenza celebrativa l'oltremondo, l'altra dimensione, millantando una persistenza massiva del rito pagano nei sentimenti e nella prassi, lungo lo scorrere dei secoli, che in verità è stata contingentata ad alcune nicchie locali peninsulari e all'isola sarda;
come il post “Quando Halloween si festeggiava in Italia” ( che ho citato sopra ) sul sito Le vere origini di Halloween [ 2 ], un blog Blogger allocato su dominio personale, con i commenti disattivati ma una pagina faccialibresca collegata [ 3 ].
Perché il rituale praticato oggi in larghissima parte parte della penisola, di spirituale e tradizionale ha nulla, è solo paccottiglia d'importazione, una commercialata buzzurra tanto per vendere un gadget in più : se il Sistema dà agli “italiani” una festa, gli “italiani” festeggiano.

Su mortu mortu

E tuttavia, post come quello citato, un po' confusi per eccesso di sintesi e – in fondo – benevolenti con il commercialume importato e trapiantato senza resistenza alcuna da parte delle famiglie “italiane”, sono forieri di stimoli all'approfondimento dell'argomento trattato.
La carnevalata d'importazione, sebbene abbia sfondato in quasi tutta la penisola allineandone ulteriormente le genti al centrifugato che è la “cultura globale” imposta dai media, ha suscitato in alcuni luoghi il rifiuto assieme al risveglio dell'identità culturale e alla rivendicazione di stili condivisi in tempi remoti : è il caso della Sardegna e di una campagna di sensibilizzazione alle locali festività dei morti Su mortu mortu e altre.




Campagna culturale sarda, 2013 ( immagine di Matteo Chessa ) [ 4 ].


Il fenomeno sardo viene escusso nel saggio ““Allouì?  Mezus  mortu  mortu!”  Processi  identitari,  retoriche del passato e mercato culturale in Sardegna” di Sebastiano Mannia, pubblicato su Archivio Antropologico Mediterraneo n. 16 [ 5 ].
In particolare, si sostiene la diffusione per stimolo ( identificata per primo da Kroeber ) nel caso specifico, cioè che l'importazione di un elemento dall'esterno abbia riattivato elementi etnici sopiti ma non del tutto repressi;
ma sinceramente, osservando la diffusa adesione superficiale e scema allo schema festivo, non vedo alcun recupero e nemmeno l'esorcizzazione della morte.
Tanto più che, leggendo oltre, si confuta la suddetta teoria e si arriva al punto : che in luoghi geograficamente periferici le comunità attivano un filtro ed eventualmente un muro a tutto il nuovo ( definito talvolta ed erroneamente “innovazione”, perché l'innovazione ha in sé una parte di progresso che non è affatto detto sia presente in tutte le nuove entità ) che perviene dall'esterno, mentre nella unica metropoli globalizzata [ 6 ] tutte le novità vengono assorbite senza filtro critico;
viene analizzato il caso sardo, in cui le tradizioni del giorno dei morti sono persistite nel corso del tempo nonostante il cambiamento delle condizioni economiche e sociali, e l'incalzante mutamento dei modelli culturali ( cioè la sostituzione della cultura tradizionale con il pastroio che è il nulla ), ed una tabella esplicativa di una indagine sul sub-territorio deputato al turismo d'élite ( la Gallura ) spiega bene la capacità resiliente delle piccole comunità : nonostante tutto, più del 50% degli intervistati ha dichiarato di celebrare solo il morti morti locale, e il 34,9% di celebrare sia il morti morti che Halloween; una piccola minoranza di diseredati ha diseducato i figli esclusivamente ad Halloween;
lo stesso elemento iconico della zucca scolpita in espressioni terrificanti, dalla ricerca risulta antecedente la colonizzazione yankee, ed ha specificità differenti a seconda dell'area;
vengono poi elencati vari esempi di ibridazione ( che è comunque prova di reattività ) tra le due forme :
 

Halloween  non  è  stato  accettato  passivamente,  ma ha subito tagli, aggiustamenti, giustapposizioni, modifiche  in  maniera  dinamica  e  creativa.  Hanno  interagito  fenomeni  complessi,  di  «selezione  dei  caratteri  che  paiono  più  utili [ ... ]»[ ... ].

Per ultimo è da segnalare il fatto che, soprattutto fra gli adulti ma spesso anche tra i bambini, influenzati dai genitori, esista una forte opposizione alla festa di Halloween, vista come imposizione culturale americana – una in più – di cui diffidare; «noi abbiamo la nostra storia, le nostre tradizioni, anche da riscoprire», si afferma, «perché privarcene per festeggiare qualcosa che ci è estraneo, perdendo le nostre radici?». L’altra interpretazione, invece, risulta essere più conciliante, vedendo in Halloween una festa simile ai morti-morti, con cui possa convivere, a patto che non si rinunci al proprio essere [ ( Branca 2012:16 ) ].

pag. 104


{ un altro testo interessante da leggere sull'argomento, è “Samhain, capodanno per gli antichi Celti. E il rito “mutuato” di Halloween” di Lino Lavorgna sul Secolo d'Italia [ 7 ];
sulle tradizioni sarde, consiglio la lettura del blog Jana antica di Daniela Campus [ 8 ] più volte linkato sopra;

ringrazio l'amica-FB Maja Mann [ 9 ] per il quotidiano flusso di notizie, e per avere stimolato il mio interesse, da cui le letture eseguite e qui sopra riportate }.

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