Testata

Post-verità


L'era della post-verità

L'Oxford Dictionary ha indicato post-truth come parola dell'anno; la sua traduzione più in voga è post-verità: sta a indicare circostanze in cui l'opinione pubblica è formata non da fatti oggettivi, ma da appelli a emozioni e credenze personali.

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L'avvento di internet porta con sé grandi opportunità, ma anche nuove sfide: in passato le informazioni erano scarse e preziose, ma in genere piuttosto affidabili. Oggi, al contrario, la conoscenza è a portata di mano e spesso gratuita, ma il livello di attendibilità è decisamente più basso.
L'unico antidoto è allenare il senso critico, confrontare le fonti e verificare i fatti, perché molti interessi spingono per fornire informazioni parziali, incomplete o addirittura false.

= Dario Orlandi =
Pc Professionale n. 309, pag. 32


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1

Dario Orlandi è un bravo ragazzo che apprezzo come redattore di una delle riviste di informatica che leggo da anni, ma sembra credere che, da qualche parte in questo mondo e dimensione, sia esistita e possa esistere una “informazione oggettiva” : lo stesso termine è un ossimoro in sé, siccome la informazione prevede che esista una fonte relativa ( nel punto di vista = nelle peculiarità del soggetto emittente, che sia stato partecipe all'azione, testimone oculare, oppure che riproduca l'esperienza altrui ) dell'entità che si vuole trasmettere, e che tale entità venga trasformata in messaggio attraverso un processo comunicativo umano e tecnologico, fatto di intelletto ( una volontà personale direzionata ), tecnica linguistica e tecnica meccanica-digitale;

le tecnologie e gli usi che se fanno compartecipano alla determinazione del processo comunicativo e al “risultato finale” ( il messaggio codificato ) che non è affatto finale, ma pronto ad essere ri-processato ( de-codificato ) dal soggetto ricevente che pure possiede proprie peculiarità ( culturali, retoriche, sensoriali ... etc. ) che ne condizionano l'azione di lettura e interpretazione intima.

E questo mio preambolo non dev'essere frainteso come lo sdoganamento del cosiddetto e pessimo “relativismo assoluto” ( che è altra cosa e afferente l'ambito culturale e politico ) ma come enunciazione appena tratteggiata e doverosa dei termini basilari in gioco, la cui importanza è cruciale : siccome noi esseri umani necessitiamo di collaborare con i nostri simili nel vivere, necessitiamo di convenzioni strumentali a una piattaforma narrativa comune condivisa.

La censura sistemica


Soros, fake news e senso del ridicolo…

I CERCA-BUFALE

Si chiama International Fact-Checking Network (IFCN) ed è la rete di organizzazioni che ha sottoscritto i principi del Fact-Checking Code redatto dal Poynter Institute, uno dei più importanti istituti giornalistici e analisi media del mondo.

Si tratta di una serie di norme e regole della “buona informazione” che serviranno a capire quando una notizia è vera e corrisponde a criteri di veridicità e affidabilità delle fonti.
Il codice IFCN è stato accettato anche da Facebook che nei prossimi giorni attiverà un sistema di segnalazioni per gli utenti, delle notizie ritenute false; una volta che una notizia è segnalata dai lettori, i “verificatori” IFCN dovranno confermare o meno la segnalazione e in caso positivo, spiegare perché quella notizia non è vera [ ... ]
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L'Anarca


1

L'establishment politico, mass-mediatico e circense [ 1 ] ha fallito la missione ricevuta, e la politica global decisa dal Livello Superiore ha subito diverse sconfitte in questo anno che va terminando : il Brexit, le elezioni del Presidente USA [ 2 ], il referendum costituzionale a 0039 [ 3 ] ... solo con mesi di lavoro sulla psicologia dell'opinione pubblica, il candidato verde alla Presidenza austriaca ha battuto l'avversario populista Norbert Hofer, dopo che questo aveva vinto le prime elezioni ma la vittoria gli era stata negata da sfacciati brogli [ 4 ];

l'incantesimo sta vacillando, la narcosi sembra diradarsi a tratti e un barlume di coscienza del concreto riaffiora negli intelletti degli imbolsiti e storditi cittadini occidentali ...
Ecco, allora, che i pezzi grossi corrono al riparo con la strategia di una censura globale = rafforzamento della favola narcotica in nome delle buone maniere subito abbracciata da Zuckerberg ( e che dovrebbe essere operativa tra poco : se ne è parlato svariate volte, ci sono stati svariati tentativi parlamentari locali ( anche a 0039 ) di imbavagliare la rete ... che brutta cosa è la libertà di opinione, quando le opinioni sono contrarie al sistema ...
{ immancabile sostenitrice della censura, è il cancro ong Open Society dello squalo George Soros [ 5 ] }.

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Bambole natalizie




Il disegno di una matrjoshka.


1

Spesso, uso questo mio spazio on-line accasato sui server Blogger come block-notes per sfaccettare e dare forma approssimativa ma più concreta ai fenomeni di massa che a livello di idea sono plasmati dalla narrazione mass-mediatica mainstream in pillole narcotiche per l'audience, e riporto stralci giornalistici, dati, cartine, altri oggetti statistici e descrittivi;

e tuttavia, credo che i singoli principali eventi mondiali non siano frutto del Caso – il Caso non esiste, il cosiddetto “visibile” è generato da filiere di singoli eventi legati da nessi causaeffetto – ma codici, messaggi politici progettati a tavolino ed eseguiti dai servizi segreti con lo strumento di killer sistematicamente fatti fuori poco dopo avere eseguito il compito;
la matrjoshka [ 1 , 2 ] che è ciascuno di questi eventi non può essere approcciata che con un'analisi escatologica, l'unica in grado di ri-costruire la struttura complessa e i significati contenuti;
{ questa è – ad esempio – la linea editoriale del Maestro di Dietrologia ( MdD ) [ 3 ], linea del blog che approvo ( e cito su questo mio ) sebbene con lui mi sia pure scazzato e pesantemente più volte, per la sua inclinazione buonista nell'analisi e giudizio della mass-immigrazione ( ed altro ) }.

Quando a 0039 ...




Grazie alla lungimiranza di Adriano Olivetti negli anni 1950 e 1960 l’Italia sviluppò una propria industria dei grandi computer elettronici, ottenendo eccellenti risultati con la gamma “Elea”, avanzata e competitiva con i concorrenti americani. La scomparsa prematura dei creatori dell’impresa e l’insipienza del mondo imprenditoriale e finanziario italiano pose fine a quella straordinaria intrapresa. Con gli stessi progettisti italiani, General Electric, erede del sogno Olivetti, realizzò in Italia gli elaboratori GE 115 e GE 130, distribuiti in tutto il mondo. L’Autore di questa autobiografia, allora giovane progettista al lavoro nei grandi centri di ricerca di Borgolombardo e Pregnana, descrive azienda, macchine e protagonisti di quel periodo d’oro dell’elettronica informatica italiana [ ... ].
Amazon.it


1

Segnalo ai miei lettori questo saggio ( anche auto-biografico ) di Giorgio Garuzzo, progettista all'Olivetti negli anni d'oro, che in questo momento è scaricabile integrale e a gratis in formato e-book Kindle : “Quando in Italia si facevano i computer” [ 1 ];

può essere usato personalmente e/o per un rintuzzo festivo ai regali natalizi, dedicato ad appassionati di informatica ma anche dell'Età industriale di un Paese che a tratti è stato la quinta potenza industriale del mondo e il quarto esportatore, e che oggi è un cumulo di spazzatura ( come gran parte dell'Occidente ).

Pensierino di natale # 2




E come ogni anno, assistiamo all'isterica ricerca editoriale dell'''eroina dell'anno'';
nel numero invernale di ''Wired'' [ 1 ], la redazione ha dedicato titolo e copertina alla campionessa paraolimpica Bebe Vio;
pensandoci bene, non ho ancóra consumato un rapporto sessuale con una ragazza disabile e magari menomata.

{ mi manca }.

Astio

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Pensierino di natale # 1


Ma sulle bancarelle del tradizionale mercatino di Natale di Santa Lucia, è stata venduta anche l'ormai tradizionale figurina da presepe dell'africano che chiede l'elemosina con il cappello da baseball, magari con riproduzione dell'angolo del bar ?
Astio


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Elezioni austriache , la Psicobolla e gli altri




Il confronto tra i candidati maggioritari nei distretti austriaci, dopo il primo turno della elezione del Presidente [ 1 ], il 24 aprile.



Le maggioranze nei distretti austriaci, dopo il secondo turno annullato per forti irregolarità [ 2 ], il 22 maggio.


Austria, le presidenziali di maggio si trasformano in farsa

Da tre giorni alle udienze per il ricorso presentato dai populisti della Fpö si susseguono i racconti tragicomici di presidenti di seggio e scrutatori: conti che non tornavano, schede dall'estero aperte in anticipo o annullate, spoglio fatto in fretta e furia

[ ... ]

Il contenzioso riguarda il voto per corrispondenza, circa 600mila schede che per legge si sono potute aprire e contare soltanto lunedì 23 maggio, quando il voto nei seggi era già chiuso e dava, peraltro, il candidato della Fpö Norbert Hofer in vantaggio. Quelle ultime schede hanno rovesciato clamorosamente il risultato finale a vantaggio di Van der Bellen.

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la Repubblica




Le maggioranze nei distretti austriaci, dopo il terzo turno definitivo [ 3 ], il 4 dicembre.


1

E così, sono state ripetute le elezioni del Presidente austriaco [ 4 ] dopo che le precedenti erano state viziate da pesanti brogli per impedire l'elezione del candidato populista Norbert Hofer [ 5 , 6 ];

la progressione delle cartine politiche dell'Austria sopra esposte, evidenzia come i mesi di attesa sono stati utilizzati efficacemente dal Sistema politicamente corretto e filo-UE, e dopo l'ennesimo rinvio ( evidentemente a settembre i sondaggi non davano ancóra pronta un'affermazione della postura prona al Livello Superiore e ai suoi galoppini ) [ 7 ] ha “vinto” “legittimamente” il candidato verde Alexander Van der Bellen [ 8 ].

Ma dove ha vinto, l'attuale Presidente ?

Ha vinto nei pochi distretti metropolitani austriaci, nelle aree costruite ed artificiali continue, di continuità cementizia [ 9 ] e virtuale, abitate da individui avatarizzati cui è possibile credere ogni cosa ( e gli è stata fatta credere ogni cosa ) : l'ambiente antropizzato che definisco Psicobolla ( con la “P” maiuscola, essendo il riferimento ad una regione precisa, l'Occidente del pianeta );
il candidato sconfitto, ha invece avuto i voti del Paese profondo cioè di quell'area in cui vige una diversa Realtà.

{ credo per per ordire una interpretazione politica dei fenomeni globali, si debba passare obbligatoriamente attraverso una critica dei modelli di Realtà vissuti e in varia misura imposti, nell'attesa di un ritorno della Realtà Materiale ( se sarà ) }.

La ferocia


L'Anpi sfregia l'Inno d'Italia per fare contenti i migranti

Durante una commemorazione inno modificato in "Fratelli in Italia" per promuovere l'integrazione degli immigrati

Oggi a Bologna, in occasione della festa dedicata ai partigiani all'Istituto Aldini Valeriani di Bologna, ex partigiani e studenti hanno cantato un inno di Mameli diverso. Modificato, o forse sarebbe più corretto dire "storpiato". "Fratelli in Italia" invece di "Fratelli d'Italia" [ ... ].

il Giornale


1

Mentre l'A.N.P.I. ha dichiarato la propria contrarietà [ 1 ] alla riforma costituzionale proposta nel referendum del 4 dicembre [ 2 ] e rigettata dalla maggioranza degli “italiani” [ 3 ], alcuni cosiddetti “partigiani” hanno continuato pronti ed imperterriti l'opera di auto-distruzione del Paese due giorni dopo, il 6, dopo avere tradito e assassinato la Patria negli anni finali della Seconda Guerra Mondiale, successivi all'arresto di Benito Mussolini perpetuato per volontà del reuccio;
è successo alla Bolognina di 051, quartierino noto per la celebre svolta di Achille Occhetto nel 1989 [ 4 ] ( il tradimento degli ideali socialisti per la trasmutazione del P.C.I. nelle varie sigle liberiste e nient'affatto di Sinistra che succederanno ) e, nella cronaca quotidiana, per essere teatro di aggressioni subite dagli autoctoni da parte delle meravigliose risorse importate, quartierino in cui i No sono stati maggioritari ( a 051 i quartieri agiati hanno votato e quelli popolari hanno votato No ) : lo stupro dell'inno “italiano” – che non mi ha mai esaltato e cui preferirei il risorgimentale “Va, pensiero” verdiano [ 5 , 6 ], siccome la “Italia” è ancóra da ( ri-)fare, ma comunque esso è l'attuale inno nazionale, che piaccia o meno a me e a voi – eseguito a favore ideologico della mass-immigrazione e del Chaos, in una scuola secondaria in cui i ragazzi ( in maggioranza minorenni ) sono stati criminalmente cooptati da professori e altri adulti che hanno aderito [ 7 , 8 ].


Per cantare “Fratelli IN Italia” bisogna avere il pelo sullo stomaco di una notevole ferocia distruttiva del e di tutto.

{ il Corriere di Bologna riporta che la sezione A.N.P.I. provinciale ha precisato che si è trattata di una iniziativa autonoma della sezione locale del quartierino : [ 9 ];

già in occasione dell'Expo 2015 l'inno era stato manomesso in chiave buonista, con Agnese Renzi addirittura commossa per lo scempio eseguito : [ 10 ] }.

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Post referendum



Lo scontro frontale fra Popolo italiano e Unione Europea è imminente e inevitabile

di Riccardo Paccosi


Premesso che Renzi – forte di un 40% ottenuto contro tutto il resto dello schieramento politico – non è affatto uscito di scena, la situazione in divenire consente di non pensare per un po' all'ex-premier e di concentrarsi, finalmente, sul fattore causale del ventennale processo di destrutturazione istituzionale riassunto nell'assioma ideologico “fare le riforme”. Rispetto a quest'ultimo, infatti, la riforma Renzi-Boschi è stata semplicemente l'ultima espressione in ordine di tempo e, sicuramente, non costituirà l'ultimo tentativo.
La necessità del “fare le riforme” è coincisa, per tutta la durata della Seconda Repubblica, con un lento ma progressivo processo atto a rendere i governi europei in sintonia con le necessità di competizione globale dei mercati e, quindi, con l'obiettivo di demolire le protezioni sociali che regolano il lavoro, la sanità e l'istruzione, nonché con l'intento di sottrarre agli organismi elettivi la possibilità di decidere le politiche di bilancio.
 

Questo processo, che è proprio della globalizzazione, per chi abita in Italia e negli altri paesi europei si traduce nel potere decisionale conferito – dalle Corti Costituzionali e dai Parlamenti degli Stati-nazione – agli organismi eurofederali non elettivi, vale a dire la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea. Questo processo di azzeramento della sovranità popolare è stato compiuto all'insegna della legalità formale (sono state utilizzate, cioè, le legittime prerogative di Consulta e Parlamento) ma, al contempo, ha determinato un aperto contrasto con la legalità costituzionale (sono stati resi ineffettivi, cioè, almeno una trentina di Articoli della Carta).
Che a monte di tutto ci fosse il progetto di una dimensione giuridica sostanzialmente post-costituzionale – ovvero il conferire potere a organismi non elettivi – era chiaro anche nella riforma Renzi-Boschi e, specificamente, nella riforma dell'Articolo 55 ivi contenuto (laddove si parlava del Parlamento come attuatore degli indirizzi dell'Unione Europea, ovvero gli indirizzi della Commissione e della BCE, ovvero gli indirizzi di organismi non elettivi).
 

Oggi, il progetto di riduzione progressiva della sovranità popolare ha avuto una temporanea battuta d'arresto a causa del risultato referendario. I pezzi sulla scacchiera iniziano quindi a muoversi e tutto lascia indicare come in gioco, con quel referendum, non vi fossero affatto le alchimie della politica italiana, bensì l'assoggettamento di quest'ultima agli organismi eurofederali.
Alcuni esempi:

– il Presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker, ben lungi dal rispettare l'esercizio del suffragio universale, ha immediatamente bollato gli elettori italiani come “irresponsabili”;
– il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, ha chiarito alcuni giorni fa che il futuro dell'Italia dovrà comunque essere quello delle riforme in senso mercatista, “qualunque sia l'esito del referendum”;
– un consigliere economico del governo tedesco, Wolker Wienland, ha espresso l'ipotesi che l'Italia chieda aiuto al fondo europeo salva-stati e al Fondo Monetario Internazionale [ 1 ]; in pratica, si tratta dell'ipotesi di replicare la situazione della Grecia con tutto ciò che ne consegue.
 

Le comunicazioni terroristiche sulla tenuta finanziaria dell'Italia provenienti dalla UE, ovviamente, saranno utilizzate dal blocco politico che ha sostenuto il SI' per dire “ve l'avevamo detto” (come se la riforma referendaria implicasse il risanamento finanziario). Ma è evidente che per la parte di popolazione che ha sostenuto il NO – composta principalmente da poveri, ceto medio precarizzato e classe lavoratrice – si pone adesso il problema di uno scontro diretto e frontale contro l'Unione Europea. E' quest'ultima, infatti, che punterà a contrattaccare per distruggere il residuale potere popolare e di classe ancora rimasto nel sistema italiano. Demolire protezioni sociali, assistenza pubblica e diritti del lavoro fino al punto di lasciare, come già avvenuto in Grecia, la maggioranza della popolazione in condizioni di passività e rassegnazione.

Chi può opporsi a tutto questo?

La sinistra PD non ha alcuna intenzione di opporsi all'Unione Europea e, quindi, nulla induce a escludere che Bersani, D'Alema e compagnia siano disponibili fin da domani ad appoggiare un governo di macelleria sociale, come già fecero ai tempi di Monti.

L'area di Sinistra Italiana, invece, oltre a non possedere una posizione unitaria sull'Unione Europea, ha come unico obiettivo l'allearsi coi Democratici per condizionarli “da sinistra”; pertanto, quest'ultimo può forse dirsi il partito meno utile nello scenario odierno giacché privo d'una visione politica autonoma. La Lega Nord e Fratelli d'Italia – che a parole affermano di contrapporsi alla UE, ovviamente da destra – in primo luogo esprimono da sempre una cultura dichiaratamente neoliberista; in secondo luogo, difficilmente potrebbero disancorarsi da Forza Italia, la quale rimane saldamente impiantata nel Partito Popolare Europeo e, quindi, nella prospettiva eurofederalista.
Il Movimento 5 Stelle è l'unica formazione dove, almeno all'interno della base elettorale, vi è una relativa coscienza dei problemi finora esposti. Il problema, però, è che la linea politica della dirigenza di quel partito sembra andare in una direzione diametralmente opposta: ovvero sta andando verso la premiership di Luigi Di Maio, quindi verso una linea di non contrapposizione all'Unione Europea, quindi verso una politica di continuazione dell'austerity fatta di tagli recessivi alla spesa pubblica (giustificati, ovviamente, tramite l'espressione ideologica “tagli agli sprechi”).
Ne consegue che la fuoriuscita da questo ginepraio, richiederà tempo e non potrà essere esente da traumi. Con questo non alludo a dinamiche da guerra civile ma a uno scontro che, almeno sul campo istituzionale e mediatico, sarà all'insegna della demonizzazione e della criminalizzazione. Andare allo scontro frontale con l'Unione Europea, indicare uomini intoccabili come Mario Draghi in quanto nemici della popolazione e della classe lavoratrice, infatti, significa contrapporsi a tutte le testate giornalistiche e a tutti i network del potere finanziario ed economico.
 

Nondimeno, si tratta di un passaggio ineludibile. Un passaggio minoritario sul piano politico, maggioritario sul piano sociale. Oggi, più che mai, l'autonomia del sociale e della classe lavoratrice – le cui istanze collettive e cooperanti, pienamente “di testa” e per nulla “di pancia”, sono incanalate nella contraddittoria fenomenologia denominata populismo – dev'essere interpretata e raccolta da quei pochissimi che sono in grado di farlo.
Da una parte, invito chi è d'accordo con quanto esposto a osservare e valutare con attenzione le forze che – quantunque aventi ancora dimensioni d'avanguardia – dinanzi all'attuale crisi sistemica hanno una prospettiva di alternativa piena, adeguata alla posta in gioco. Forze, quindi, come il FSI – Fronte Sovranista Italiano [ 2 , 3 ].
Dall'altra, occorre pensare fin da subito a una mobilitazione, in Italia e negli altri paesi europei, delle forze produttive: lavoratori dipendenti e autonomi, disoccupati, piccoli imprenditori. Un innesco di conflitto sociale contro la classe parassitaria del mondo bancario-finanziario e, finalmente, non più rivolta al burattino di turno bensì frontalmente contrapposta all'istituzione post-democratica che svolge dal 1992 il ruolo di burattinaio, ovvero l'Unione Europea.

Riccardo Paccosi

---

{ prima pubblicazione dell'articolo su FB, 7 dicembre 2016 [ 4 ] }.


[ ... ]

1
 

Riproduco il testo dell'amico Riccardo Paccosi [ 5 , 6 ].

{ consiglio anche la lettura del post “Il grande esempio dei Sioux dopo la sbornia referendaria...” del Maestro di Dietrologia : [ 7 ] }.

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Quando c'era ''Lui''


Posizione della “Italia” nella classifica mondiale annuale di RSF sulla libertà di stampa
anno
#
Governo
2002
40
Berlusconi II
2003
53
Berlusconi II
2004
39
Berlusconi II
2005
42
Berlusconi II
Berlusconi III
2006
40
Berlusconi III
Prodi II
2007
35
Prodi II
2008
44
Prodi II
Berlusconi IV
2009
49
Berlusconi IV
2010
50
Berlusconi IV
2011
2012

61
Monti
2013
57
Monti
Letta
2014
49
Letta
Renzi
2015
73
Renzi
2016
77
Renzi
fonte


Libertà di stampa, l’Italia crolla: ora è al 77° posto

Nella classifica stilata da Reporter senza frontiere perdiamo 4 posizioni. Fra le cause i giornalisti intimiditi o minacciati di morte. Meglio di noi anche Burkina Faso e Botswana

La Stampa


1

{ è stato Raffaele su FB [ 1 ] a ricordarmi la classifica annuale di Reporter senza frontiere ( RSF ) [ 2 ], quest'anno pubblicata ad aprile }.

Quando c'era “Lui” al governo – al secolo l'imprenditore ed editore Silvio Berlusconi, secondo l'opinione pubblica sinistra un ducetto ( una riproduzione in scala ridotta del modello originale, ossia Benito Mussolini ) – pareva che la libertà di opinione fosse cessata a 0039, durante il suo ventennio in auge nell'esercizio diretto della politica;
le cose stanno un po' diversamente : durante il periodo di governo di Monti che, soprattutto, del dimissionario Renzi, 0039 ha perso competitività in termini di tutela della libertà di stampa.


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Art. 117


Art. 31. (Modifica dell'articolo 117 della Costituzione)

1. L'articolo 117 della Costituzione è sostituito dal seguente:


«Art. 117. La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea e dagli obblighi internazionali. Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:

a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea;

b) immigrazione;

c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose;

d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi;

e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari e assicurativi; tutela e promozione della concorrenza; sistema valutario;
sistema tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; perequazione delle risorse finanziarie;

f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo;

Costituzione - Modifiche - Capo IV


L'art. 117 proposto nella riforma costituzionale che verrà votata dagli “italiani” domani, 4 dicembre; all'interno del testo, ho sottolineato le parti modificate e proposte.

1

{ raccogliendo qui i miei commenti al post “Referenzi: vi dico come andrà.” sul Blog di Sara [ 1 ] e altro }.


Lo scopo della riscrittura della Costituzione e annesso referendum popolare di ( nelle intenzioni dei galoppini e tirapiedi del Potere vero, quello del Livello Superiore ) supina prostrazione degli “italiani”, è quello di velocizzare i tempi parlamentari di approvazione delle leggi con l'abbattimento de facto di una camera su due, cioè di velocizzare gli adeguamenti di questo malandato Paese ai contratti-capestro globali imposti dal Potere vero e che non hanno resistenza alcuna ma bensì solerte collaborazione da parte del Governo, né resistenza tangibile da parte del Popolo;
{ vedi il ricatto esplicitato [ 2 ] };

perché si corra, si corra, e mai si ragioni : bisogna essere competitivi, che diamine ! 

Beppe Maniglia




Beppe Maniglia che esegue il classico numero della borsa dell'acqua calda, in versione Ranxerox ( Rank Xerox ).


Beppe Maniglia: tortellini, muscoli e rock’n’roll

Beppe Maniglia è un personaggio mitologico ben noto a tutti i bolognesi o a chiunque abbia trascorso le ferie estive sulla riviera romagnola: lunghi capelli biondi, pantaloni di pelle attillati, a torso nudo anche d’inverno, moto con mixer e due enormi casse assordanti e l’immancabile chitarra a tracolla [ ... ].

Orrore a 33 giri


1

Stamattina ho fatto un giro in centro storico e, dopo avere superato lo sbarramento di ragazzine in calore per Justin Bieber [ 1 , 2 ] ospite all'Hotel Baglioni in via Indipendenza, ho raggiunto Piazza Maggiore;

tra gli stand del Cioccoshow, là, al centro della grande piazza, mancava qualcosa ... di solito, parcheggiava la sua moto tra la fontana del Nettuno e l'ingresso della Sala Borsa, sistemava gli amplificatori, ed iniziava a suonare la mitica “Apache” ... 

Cortocircuito




Robert Downey Jr. – diventato celebre per l'interpretazione di Iron Man – è stato il primo testimonial del video per l'iniziativa Save the day [ 1 ].


Madonna, De Niro e gli altri: i moralisti autoritari che odiano Trump

Prima dell'elezione di Donald Trump a 45esimo Presidente degli Stati Uniti d'America, sono state in tante le star del mondo del cinema e dello spettacolo a invitare a votare per Hillary, sfoggiando però un'arroganza etica e morale che se la gioca con quella razzista e sessista di Trump

di Andrea Coccia

Queste elezioni americane sono state una lung,a infinita eccezione. Oltre al risultato finale e oltre alla imbarazzante incapacità di comprensione rivelata dai media, sono state infatti segnate da una campagna elettorale la cui unica regola è stata un “non ci sono regole”. E gli effetti sono stati a dir poco imbarazzanti, soprattutto su chi pretendeva di difendere una morale che, forse, sotto sotto non aveva. È così che Madonna ha promesso pompini ai fan per votare Hillary. È così che il buon Bob DeNiro è tornato ai tempi di Taxi Driver minacciando Trump di prenderlo a pugni in faccia. Ed è così che Lady Gaga ha posato mezza nuda per sostenere Hillary.

Questo cortocircuito morale ha un apice. È uno spot realizzato da una piccola casa di produzione americana a metà settembre, che si intitola Save the day [ ... ].

Linkiesta


1

Vi invito alla visione del video e alla lettura dell'ottimo pezzo di Andrea Coccia per la rivista on-line Linkiesta [ 2 ], per capire uno dei motivi della sconfitta di Hillary Clinton : noi e loro, da questa parte il Popolo che non si è fatto spappolare il cervello dal bombardamento mediatico sì-global e vive prevalentemente una Realtà Concreta, e da quell'altra i rappresentanti di una neo-aristocrazia vassalla del Livello Superiore ( nel video decine attori di Hollywood tra cui alcune stelle famose anche a 0039 e nel mondo, ma anche svariati milionari dello sport USA hanno sostenuto la campagna elettorale della bomba H. ), una casta di privilegiati che della gente comune non sa un cazzo e però si è sovra-esposta narcisisticamente per fare la morale.

I redneck ma anche i cittadini urbani marginalizzati [ 3 ] hanno reagito mandando a quel paese questi neo-aristocratici, una vera e propria ribellione verso il Paese dei Balocchi del Pensiero Unico, sempre meno divertente per una quota crescente di popolazione;
la Macchina del Consenso ha quindi accusato un cortocircuito prima linguistico e logico, poi fattivo.

...

E pensare che Iron Man era uno dei super-eroi miei preferiti.

Il ricatto


Referendum, sbarcano gli americani
L'ambasciatore Usa fa il tifo per il Sì


Phillips: se vince il No meno investimenti in Italia. Fitch: rating a rischio.

QN, 14/9/2016


Obama vota Sì al referendum
«Renzi, non dimetterti se sconfitto»


Missione alla Casa Bianca, il premier incassa le lodi del presidente Usa.

QN, 19/10/2016


L'offensiva della finanza

Ricatto all'Italia sul referendum

L'agenzia Moody's tifa per il Sì e avverte: la valutazione del Paese dipende dall'esito del voto.
Un'ingerenza gravissima: l'eventuale declassamento farebbe schizzare gli interessi sul debito.

La Verità, 9/11/2016


Torna l'incubo spread

Tocca quota 182, poi scende. Ma l'Italia è di nuovo nel mirino dei mercati.
L'economista: verso tassi più alti. Renzi: pesa l'incertezza sul referendum.

QN, 15/11/2016


Ora Renzi ricatta gli italiani: “Se vince il No sale lo spread”

Renzi festeggia i mille giorni al governo. Nasconde tutti i suoi flop e agita lo spauracchio dei mercati: “Con il Sì sale il pil”. Poi, però, apre: “Se vince il No verificherò la situazione politica”.

il Giornale, 18/11/2016


1
 

La progressione delle minacce poste agli “italiani” perché al referendum costituzionale del 4 dicembre [ 1 ] votino come desidera il Livello Superiore, arriva fino alle dichiarazioni del premier “italiano”, tanto sfacciate da essere pornografiche, e andrà oltre;
oggi più che mai, agli “italiani” dovrebbe essere chiara la strategia sì-global del Livello Superiore, gli strumenti, i galoppini e i tirapiedi globali e locali usati per l'esecuzione.

...

O vi devo fare anche il disegnino ?

Lo squalo


Trump: Soros organizza la resistenza

Riunione di tre giorni dei 'paperoni liberal'

NEW YORK, 14 NOV - George Soros organizza la resistenza anti-Trump. Il miliardario filantropo e altri paperoni liberal che hanno inondato con milioni la campagna elettorale di Hillary Clinton si riuniscono in una tre giorni a porte chiuse per valutare le strade con cui combattere Donald Trump. L'incontro e' sponsorizzato dal club dei finanziatori Democracy Alliance, e include la partecipazione di alcuni politici di spicco, da Nancy Pelosi alla senatrice Elizabeth Warren.

Ansa


Lo "squalo" George Soros dietro le proteste anti Trump

Dalle rivoluzioni “colorate” nei paesi dell’ex Patto di Varsavia a quella degli hot dog negli Usa. Così il miliardario naturalizzato americano vuole esportare la democrazia nel proprio paese, appoggiando e finanziando le proteste anti Trump

di Fulvio Scaglione

Avrei impiegato meno tempo a scrivere questo pezzo se non fossi stato così impegnato a ridere. Non è carino farlo, lo ammetto, però, insomma, pensateci un attimo: avreste mai immaginato di vedere una rivoluzione colorata anche negli Usa? Perché è questo che succede, anche se non ve lo dicono. In molte grandi città americane come Portland (nell’Oregon), Los Angeles e Oakland (California), Philadelphia (Pennsylvania), Denver (Colorado), Dallas (Texas), Baltimora (Maryland) e naturalmente New York, da giorni migliaia di persone protestano contro l’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump [ ... ].

Linkiesta


A full and fair discussion is essential to democracy.

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trad. : una esaustiva ed imparziale discussione è essenziale per la democrazia.

George Soros


[ ... ]

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Il nome lo conoscete senz'altro;
la carogna George Soros [ 1 , 2 ... ] è un magiaro-americano speculatore di borsa che ha messo assieme un capitale di 24,9 miliardi di dollari ( in questo momento è al 23° posto della classifica di Forbes [ 3 ] ) e gli hanno dato il soprannome di “squalo”;
usando la cassaforte Soros Fund Management [ 4 ] e l'associazione eversiva Open Society ( formalmente una fondazione che sovvenziona una rete di ONG dedite a lavaggio del cervello e proteste di piazza flambé ) [ 5 , 6 ] fondata nell'aprile del 1993, negli ultimi 23 anni ha collaborato alla destabilizzazione di Stati nazionali sovrani nell'area post-sovietica e in quella arabofona attraverso le primavere colorate e le primavere arabe [ 7 , 8 ... ] ed agito a favore delle mass-migrazioni che stanno forzando l'assetto sociale nell'Occidente per un ritorno al Proletariato [ 9 ... ];
è stato tra i principali finanziatori nonché ispiratore ideologico della campagna elettorale del falco Hillary Clinton [ 10 ].

Rudolph e i ragazzi


'You are not my President'. Ancora proteste contro Trump

"You are not my president": non sei il nostro presidente". E' il grido lanciato dai manifestanti americani contro l'elezione di Donald Trump a successore di Barack Obama in diverse città degli Stati Uniti. Dalla East alla West Coast, da Washington, Baltimora, e New York fino a San Francisco, Los Angeles, Oakland, continuano i presidi, per la maggior parte pacifici, per la seconda notte consecutiva contro il tycoon che ieri ha fatto la sua prima visita alla Casa Bianca e che in un tweet ha stigmatizzato le manifestazioni contro di lui, come "aizzate dai media". Secondo l'ex sindaco di New York e grande alleato di Trump, Rudolph Giuliani, protestano i "bambini viziati" che avrebbero bisogno di "terapia psicologica".

TG La7


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I ragazzi che stanno protestando nelle strade statunitensi contro l'elezione di Trump [ 1 , 2 , 3 ... ] non sono solo “bambini viziati” – definizione di Rudolph Giuliani [ 4 ] già sindaco di New York e possibile nuovo Ministro della Giustizia – che rompono il giocattolo perché è stata interrotta la fiaba ( narcotica ) della buonanotte;
essi sono il prodotto del guasto, del disfacimento delle famiglie occidentali e del sistema valoriale antico sostituito da uno nuovo che è l'ideologia ( impossibile ) del Tutto, un mix tossico di egualitarismo e dirittismo irrealizzabile perché basato su assunti falsi e non concretizzabili in 5 minuti, né in un anno, e nemmeno nell'arco di 1 vita umana ( “siamo tutti uguali”, “diritti per tutti” );
sono ragazzini artificiali che, senza la carta di credito dei genitori, morirebbero di fame in una settimana.

Ma è nostro dovere chiederci quanto di noi gli assomigli, quanto siamo stati cambiati e quanto abbiamo ceduto e cediamo al Sistema in termini di indipendenza intellettuale e materiale, e, conseguentemente, di responsabilità, in cambio della zuppetta quotidiana.


[ ... ]

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In culo alla vacca




Un tatuaggio redneck.



{ sull'esito delle elezioni statunitensi }

di Luca Oleastri


Chi scrive questo articolo [ 1 ] è un idiota totale e non ha capito un cazzo.
La popolazione USA è composta per la maggior parte di redneck e NON di memeboys, in pratica è tutta campagna. Quelli sono il grosso degli elettori di Trump. Gente che da troppo vede i soldi e il lavoro prendere la via della Cina perchè là "conviene".
I votanti di Trump NON sono per la maggior parte gente che cazzeggia negli intellettualismi di internet e che non sa neppure cosa sia un "meme", ma sono proprio il contrario.
Hanno semplicemente preferito SPONTANEAMENTE e senza pensarci troppo sopra un cazzone con i loro stessi difetti portati alle estreme conseguenze, nel bene e nel male, piuttosto che quella macchina della morte/da soldi fintamente democratica rappresentate di un potere glaciale senza volto e senza pietà, quello dell'utracapitalismo dei consigli di amministrazione degli istituti bancari, dei fornitori del pentagono, degli estrattori di petrolio, dei fabbricanti di cibi sintetici per le masse, dei costruttori di automobili, composti da anonimi mangiasoldi a tradimento che non si assumono mai la responsabilità della collettività, perchè pensano che le persone siano dei topi. Mangiasoldi a tradimento che in pratica non esistono nel mondo reale; essi sono invisibili, intoccabili, ricchi più di creso e così potenti da poter affamare nazioni intere durante una sola riunione.
Gli americani hanno in effetti preferito un DUX, una persona singola ben identificabile e tutto sommato trasparente suo malgrado, a cui dare tutto il potere e tutta la responsabilità del più potente paese del mondo pensando che se va bene è OK ma se va male almeno sanno chi impiccare al primo albero.
L'intera responsabilità di Trump presidente va ascritta ai mangiasoldi a tradimento che hanno tirato troppo la corda, che hanno munto troppo l'unica mucca che c'era fino quasi a prosciugarla, facendo finta di amarla e curarla.
Se lo sono cercato un Tump e l'hanno trovato.
L'hanno creato con le loro azioni.

Luca Oleastri

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( prima pubblicazione dell'articolo su FB, 10 novembre [ 2 ] ).


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L'amico Innovari [ 3 , 4 ] critica il pezzo “Ha vinto l’Alt-Right” [ 1 ] pubblicato sulla rivista on-line Prismo [ 5 ] all'indomani delle elezioni presidenziali USA che hanno deciso la vittoria di Donald Trump sull'amica di Soros e degli emiri arabi;

i solerti servitori del Livello Superiore in questi giorni di sconfitta stanno portando calce e mattoni, e si affacendano smaniosamente a riparare una delle tante breccie nella narrazione finta che sta alla base della fottuta favola sì-global, il “meraviglioso” mondo globalizzato dalle tante opportunità, che sarebbe l'unica strada verso un futuro di Pace e di Progresso ...
ma che sta concretamente immiserendo l'Occidente.
La tattica retorica dei bravi soldatini come Pietro Minto è sempre quella di sradicare l'entità avversaria dal contesto reale, concreto, cancellandone l'identità e il significato, e riempendola di connotati negativi e spregevoli, a contrasto con la fiaba che spacciano quotidianamente per gli immaturi e gli ebeti che ci cascano.
La vittoria di Trump, da accostare al Brexit e ai successi delle tante destre europee, è un segno di risveglio vitale e il primo passo per una concreta ribellione dei redneck [ 6 ], i terroni yankee e in senso lato la classe lavoratrice precarizzata, disoccupata, impoverita dalla “meravigliosa” globalizzazione subita come uno tsunami e non contrattata in alcun modo da parte dei destinatari.

Trump e il wrestling




Vince McMahon sta per essere atterrato da Donald Trump.



Lo “scalpo” dello sconfitto.


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Donald Trump è anche un uomo di spettacolo, e il suo coinvolgimento nel circo del wrestling è parecchio datato [ 1 ];

amico del proprietario della più importante federazione del mondo ( WWF quando venne portata sugli schermi televisivi “italiani” dall'allora Fininvest e con il commento indimenticabile di nano ghiacciato Dan Peterson, WWE oggi ), una decina di anni fa cominciò una rivalità tra i due che ebbe l'acme in una sfida per interposto lottatore sul ring di WrestleMania 23, che ci fosse stato qualche diverbio reale tra i due e poi sublimato in una sfida muscolare, oppure no;
con una cerimonia ridondante i due sfidanti firmarono un contratto pubblico del tipo hair vs. hair ( chi perde viene “scalpato” ) [ 2 ] ed ebbe luogo il match tra Bob Lashey ( il lottatore scelto da Trump ) e Umaga ( quello di Vince McMahon ) : [ 3 , 4 ] ;
siccome in questo formato di spettacolo è abbastanza ricorrente il disturbo dell'incontro da parte dei manager e degli amici dei cattivi – in questo caso il samoano e un altro che addirittura prese il posto dell'arbitro designato durante il match – Trump reagì alle continue interferenze e alle scorrettezze verso il suo lottatore atterrando e colpendo McMahon a bordo ring [ 5 ]; alla fine, il palazzinaro vinse incontro e scommessa, e con l'aiuto dell'arbitro ufficiale Stone Cold Steve Austin e del moro, rapò a zero la testa dell'avversario legato ad una poltrona da barbiere : [ 6 ].

Bruno Sammartino




Una foto autografata, dal sito Ring Memorabilia [ 1 ].



Dopo un incontro vittorioso, dal sito The Sportster [ 2 ].


During his childhood in a small Italian mountain town, Bruno Sammartino heard stories about how the streets in the United States were paved with gold.
WWE


When Sammartino first came to the United States, he spoke no English and was sickly from his experiences of surviving during the war years. This made him an easy target for bullies in school. Sammartino wanted to build himself up physically and became devoted to weight training. Sammartino's devotion to weightlifting nearly resulted in a berth on the 1956 U.S. Olympic team.
Wikipedia


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Probabilmente non sapete chi è.

Popolare negli USA e sconosciuto a 0039, Bruno Sammartino [ 3 , 4 ] è una leggenda del wrestling professionistico : emigrato quindicenne a Pittsburgh da Pizzoferrato ( Chieti, Abruzzo ) [ 5 ] con i genitori e 6 fratelli, e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, sull'onda del sogno del Paese in cui le strade sono lastricate d'oro – confrontare con il Paese di Bengodi che i migranti pensano sia 0039 oggi – patì un primo approccio ruvido con la Realtà concreta ma trovò in sé le energie e la risposta ai problemi di ambientamento, finché la sua fisicità venne notata da un allenatore che lo introdusse alla spettacolare disciplina di lotta.
Sapete cos'è il wrestling : sport finto e spettacolo circense vero di ragazzoni ipertrofici che lottano, succedanei dei bambolotti baloccati dai bambini che piace anche agli adulti bisognosi di un passatempo sgomberatesta e/o di un ritorno temporaneo all'età intantile;
la semplice narrazione di base delle varie faide che contrappongono singoli lottatori e team, consta di un'offesa subita dal Buono ( face ) da parte del Cattivo ( heel ), che dev'essere vendicata; non deve sorprendere come molti lottatori fossero e siano immigrati che diventano idoli della propria comunità di riferimento, e attraverso il loro corpo veniva e viene celebrato un rito di pubblica rivincita, anche se limitata ad una farsa adrenalinica che si celebra in impianti sportivi chiusi.  

Democrazia e Populismo




La sicumera del generale Custer.


George Armstrong Custer era iscritto al Partito Democratico.
Toro Seduto e Cavallo Pazzo, quindi, erano populisti.

Riccardo Paccosi


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Riccardo Paccosi [ 1 , 2 ] ironizza a modo suo su uno dei leit motiv dei mass-media mainstream negli USA e nei Paesi affiliati : la campagna elettorale per la presidenza degli USA codificata ( fumettizzata ) come il confronto dicotomico tra la candidata “democratica” e  “femminista” Hillary Clinton [ 3 ] e il candidato “anti-democratico”, “populista” e “femminicida” ( aggredito da un coro concertato di donne improvvisamente memori di inenarrabili abusi da parte del palazzinaro nel corso del tempo, in vero desiderose di denaro e dei warholiani 15 minuti di popolarità che non si negano a nessuno ) Donald Trump;

una campagna elettorale tra le più plasticose e pop della Storia degli Stati Uniti, tanto che i personaggi principali sembrano partoriti dalla penna di uno sceneggiatore Marvel un po' ebbro, e tuttavia sottolineo che tutti i mass-media mainstream spingono la Clinton coprendo ( relegando a poche righe ) le sue tante sozzure ( bella la vignetta satirica del disegnatore Branco : [ 4 ] ) e questo è un elemento che dovrebbe perlomeno innescare una riflessione nei cerebri funzionanti.




I personaggi contendenti.


Allego uno stralcio del post “Populismo: quando l’oligarchia perde il controllo della democrazia” di Federico Dezzani [ 5 ] sul blog personale [ 6 ], che consiglio di leggere per intero e va oltre, indagando la natura e lo stato attuale della democrazia occidentale :


La democrazia è per natura un’oligarchia?

“Una delle basi di questo Paese è che lo sconfitto, al termine della campagna elettorale, riconosce la vittoria dello sfidante. Lei sta dicendo che non intende rispettare questo principio?” chiede il moderatore. “Quello che sto dicendo e che darò una riposta al momento opportuno. Vi lascio col fiato sospeso” è l’enigmatica risposta di Donald Trump, data al termine dell’ultimo dibattito in vista delle presidenziali dell’8 novembre. La grande stampa internazionale si scatena: “Trump minaccia la legge, l’ordine e la democrazia” scrive Bloomberg, “Trump ha perso e con lui la democrazia americana. Ha vinto Putin” rilancia l’Huffington Post, “Nel duello tra Trump e Hillary è in gioco il valore della democrazia” conferma l’Espresso di Carlo De Benedetti.

Le parole di Trump sono, oggettivamente, una spia rossa. La sensazione che qualcosa si sia inceppato nella democrazia statunitense si rafforza contestualizzandole. Trump, infatti, spiega perché non è certo di riconoscere l’eventuale sconfitta: primo, i media sono totalmente schierati per Hillary Clinton, secondo, sono registrate per il voto milioni di persone che sono morte o iscritte contemporaneamente in due Stati, terzo, la stessa Clinton non avrebbe nemmeno potuto correre per la Casa Bianca dopo lo scandalo email, perché costituisce un reato l’utilizzo di un indirizzo di posta privata per la corrispondenza riservata del Dipartimento di Stato.

Non sono accuse da poco quelle sollevate da Trump: il candidato “populista” sta dicendo che le prossime elezioni sono “rigged”, ossia truccate.

Federico Dezzani


Il rogo




Giovanna d'Arco sul rogo a Rouen, dipinto di Jules E. Lenepveu ( 1886 - 1890 ).



Una delle tante reazioni postate su Facebook contro la comunità di Gorino ( da Riccardo Paccosi ).


Pensateci, perché un giorno potreste essere incastrati proprio VOI che fate populismo e giustizialismo, potrebbe capitarvi di incappare in una brutta storia, cercate di comprendere la tragedia di un innocente, e come lui tanti altri, incastrati dal sistema.

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Questi omicidi e le conseguenti falsificazioni di propaganda mediatica, vengono confezionate SOLO per voi che avete fede nell'oracolo digitale.
Se foste un attimo più umani ed informati, le cose andrebbero un po' diversamente.
E' SEMPRE E SOLO COLPA DELLA MAGGIORANZA SILENZIOSA IN ASTINENZA DA ROGO, se accade tutto ciò... cit.

MdD

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Riprendo un passaggio del post “Yara e la maggioranza silenziosa in astinenza da rogo...” [ 1 ] del Maestro di Dietrologia, dedicato all'omicidio materiale e multimediale di Yara Gambirasio e rogo allegato di Massimo Giuseppe Bossetti [ 2 ] perché condivido il suo punto di vista, cioè dell'uso di un meccanismo distrattivo e succedaneo del secolare spettacolo della pena capitale in luogo pubblico come strumento di controllo delle masse;

lui si spinge anche oltre – da dietrologo complottista quale è – fino ad asserire che la stessa genesi del crimine è stata concepita per imbastire il prodotto mass-mediatico;
io non posso che rifiutare la casualità nella corale centralità del fattaccio nelle cronache “giornalistiche” “italiane” per mesi ed anni.

Ma riprendo le parole anche per girargliele contro e usarle a commento dello squallido rogo mediatico della gente di Gorino cui egli ha partecipato lunedì scorso ( “Gorino, il villaggio dei dannati...” [ 3 ] ).