Testata

Le relazioni pericolose

La finanziaria-troia

Può capitare ... anche il vuoto è libertà ... di non dire nulla.
O è una forma di protesta ?
Questo mi chiedevo leggendo il post fisicamente vuoto d'inchiostro binario nel blog Filosofia : amore per la sapienza in relazione a quello preoccupante letto chez Zefram.

Perchè nel frattempo abbiamo imparato che nella legge finanziaria più discussa degli ultimi vent'anni c'è un comma che di fatto stronca tutti noi bloggers imponendo una tassa sulla rassegna stampa, ovvero su tutti i testi e le foto protetti dal diritto d'autore (in realtà quest'ennesimo balzello medioevale porterà altri soldi nelle casse delle case editrici e non in quelle degli autori).
Quindi tutti noi che liberamente scriviamo e citiamo dovremmo PAGARE il nostro diritto ad avere ed esprimere un'opinione, magari argomentata con frammenti di opere altrui. E quello alla diffusione PARZIALE delle medesime.
Vogliono stroncare la libertà e la diffusione delle idee, Ceausescu is back !

Leggete in Peacelink.org e se volete potete aderire firmando la petizione per bloccare gli effetti devastanti del comma incriminato.

E' un cavallo di Troia per colpire noi bloggers che, evidentemente, stiamo diventando un movimento d'opinione a diffusione popolare (nella sostanza anarchico) ch'è temuto dai poteri forti ... che si sa, storicamente ODIANO la libertà intellettuale del popolo (cfr. il punto 3 del decalogo per una giusta finanziaria).

Art. 21 della Costituzione

"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni."

(vedi : Libertà di manifestazione del pensiero in Wikipedia, la libera enciclopedia).

Post dell'8 /10 / 2006

Ricevo da Luca Lodi una rasserenante puntualizzazione dell'effettiva portata del provvedimento annesso alla manovra finanziaria, qui esposta : leggetela e fatevi un'opinione.

Segnalazione (4)

Gli amici Mello e Maso Vox curano questo blog dedicato all'ennesima finanziaria-estorsione della pessima ed anagraficamente decrepita classe dirigente italiana : http://finanziaria2007.splinder.com .
Una generazione (quella dei nostri genitori e nonni) che ci ha rapinati del nostro futuro per abbuffarsi di tagliatelle al ragù con eccessiva spolverata di parmigiano, per ignoranza o troppo egoismo ... e le nuove generazioni ? A servire ai tavoli, ovviamente senza contratto regolare e pieno !
Il coraggioso decalogo è una controproposta ovviamente non esaustiva di tutte le esigenze pressanti che c'ha il paese per non affondare completamente -a parere mio è questione di mesi - ma è comunque interessante e io l'ho sottoscritta : fateci un giro e lasciateci la vostra opinione.

Nausea

Camminando per Bologna ...

Cerco la salvezza che scende allo zenith e m'acceca, come il protagonista de "Lo straniero" di Camus ... la squallida periferia ch'è dentro il centro storico (anch'esso derubricato a contenitore dei rifiuti urbani e umani) e che ha il limite a sud tracciato in linea perfettamente retta da via Irnerio - via dei Mille - via Don Minzoni (con generosa aggiunta di distruzione dell'ex-corso Roma - oggi via Marconi - da parte dei bombardieri inglesi nella seconda guerra) e si sdraia in leggero declivio ma con pesantezza urbana fino al semicerchio della cinta muraria (quel che ne resta, una bocca sdentata con molti vuoti) che ha la chiave di volta nelle stazioni della ferrovia e delle corriere : asfalto incandescente come un forno e grigi scatoloni di cemento anni '70 che distonano con l'area storica nella quale architetti pazzi ed assessori consenzienti li hanno calati, lo stesso fetore della città algerina nella cui culla l'eroe esistenzialista si dimena, la stessa sensazione di soffocamento avvolto da un immaginario lenzuolo bagnato e stretto attorno al mio corpo come un sudario.
La differenza è l'umidità di questa maledetta città che m'ammorba fino al midollo delle ossa e mi trascina - o almeno ci prova - nel suo squallore, il suo essere niente : perennemente incinta di scrittori noir ed in genere di artisti veri o sedicenti in tutte le arti gridate e recitate ... solo un cesso per il transito di questa fugace vita che affluirà generosa in un'altra, un cesso dove cagare (possibilmente con regolarità) e lasciare un segno che sarebbe già una bella impresa : a ognuno la sua tecnica, qui in una laterale di via del Borgo un writer - anch'egli in palese disagio esistenziale - ha lasciato questo inquietante graffito (o "graffio") che lascio alla vostra visione.

La vicinanza con il negozio di fumetti "Alessandro Distribuzioni" che frequentavamo prima ancòra di diventare amici, m'ispira una telefonata fugace al Mega per soppesare quanta responsabilità vi sia oggi nelle nostre "vite da adulti", ma la responsabilità serve davvero ? Lui è chiavato con doppio lucchetto - moglie più figlia - ma la sua personalità artistica e quindi un tanto anarchica fa poi a cazzotti con le istituzioni che sono la famiglia, l'azienda di lavoro, la comunità ... eppoi ingoia perchè è un bravo ragazzo, lo siamo tutti e alla fine portiamo il nostro mattone nella casa comune o nel muro ? Immagino sopra l'impalcatura due rubizzi, panciuti e non più giovani architetti ed al contempo impresari che sono litigiosamente in affanno a dirigire con due voci differenti il cantiere edile della costruzione sociale ... solo che ultimamente quello con la barba che sbraita "il muro ! Dobbiamo costruire il muro !" mi sembra avere la meglio.

Nausea. Vomito.

Con tutti che mi guardano come un pazzo e talvolta con accondiscendente ammirazione (come si deve ai matti, ovviamente) quando alzo "leggermente" la voce al banco della mescita perchè sono un tantino irascibile (negli ultimi tempi) e minaccio pure di andarmene per i cazzi miei ma non voglio il paradiso terrestre, piuttosto dico che un altrove è doveroso trovarlo ... ognuno di noi ha un "altrove" da realizzare, in continuo ma onesto movimento. Lo aveva "sentito" - più che capito - Jean Giraud prima d'affrontare la "déviation" che lo portò a diventare Moebius e nulla ci sarebbe stato dato se non avesse avuto il candore d'animo necessario per essere immediatamente sporcato da questa società sudicia e disperata.
Sono al limite della mia capacità di sopportazione di questa città oscura anche oggi che il sole la brucia, con i suoi canali soffocati dalle strade carrabili asfaltate che puzzano e le sue storie smorzate in gola da un assassino terribile e senza volto ... escrementi di cane e rifiuti lasciati qua e là, solo il guizzo di un gatto bastardo che s'inerpica su per un muro e la grondaia sfidando la legge di gravità m'allieta con lo spettacolo di qualcosa più vivo di me e di lei.
Più di questo non riesco per il momento a scrivere, mia cara zitè ... (1 - segue)